La Chiesa Madre del Quartiere di San Giovanni Galermo (o di Galermo come sarebbe più giusto dire) ha da sempre costituito il principale “Luogo delle memorie” per gli abitanti dell’antico borgo; comune autonomo sino al 1928 con una precisa identità strettamente legata all’economia agricola del tempo, il nucleo storico del quartiere è rimasto legato tradizionalmente all’unica piazza centrale (Piazza Chiesa Madre) dove sorge la vecchia chiesa parrocchiale per farne punto di incontro dei Sangiovannesi.

 

La chiesa sorge sulla luminosa piazza, edificata sopra la grotta di San Giovanni e figura già nel secolo XIV (1308-1310) dedicata a San Giovanni Battista, Patrono della comunità.

La chiesa ha subito diversi eventi calamitosi, quali il terremoto del 1663, la calata lavica del 1669 che vi girò intorno fermandosi dinanzi al velo di Sant’Agata, portato con devozione dai catanesi ed esposto dinanzi al fuoco, anche se il Paese fu quasi distrutto del tutto.

In seguito nel 1884 il Vicario Francesco Maria Aiello riprese la chiesa dalle fondamenta proprio a causa dei danni provocati dal terremoto e dalla lava; passarono tre anni prima di poterla restituire al culto dei fedeli.

Sono tante le opere d’arte e gli oggetti sacri che si conservano in questa chiesa tanto cara ai Sangiovannesi, per menzionarne alcune a cominciare dall’altare maggiore costruito nel 1843 che successivamente fu smontato pezzo per pezzo e ricostruito nella chiesetta dedicata all’Immacolata ove attualmente è ubicato, per fare posto ed essere sostituito da un grandioso altare (quello attuale) sormontato da un’artistica cameretta per alloggiare la bellissima e preziosa statua di San Giovanni Battista; un progetto realizzato all’epoca dall’Ing. Ignazio Garra, sotto la direzione pastorale del Sac. Orazio Lombardo primo parroco della chiesa.

Entrando dall’ingresso principale della chiesa sul lato sinistro, l’altare della Vergine del Carmelo eretto nel 1854. Sopra l’altare vi è collocata una grandiosa pala in tela della Madonna del Carmine dipinta dal pittore Zacco.

 

 

 

 

Sempre lungo il lato sinistro ancora più avanti, l’altare dedicato alla crocifissione con la bellissima scultura del Cristo crocifisso, un’opera del 1700 di autore ignoto, forse lo stesso che scolpì la Statua del Battista.

 

 

 

Infine l'ultima cappella di sinistra dedicata al Sacro Cuore di Gesù, con l'imponente altare di marmo bianco pregiato

 

 

 

 

Ritornando all’ingresso principale sul lato destro degno di nota il Battesimo di Gesù, ed un po’ più avanti, una bellissima tela della Madonna del Rosario di autore ignoto. Questo quadro una volta stava nell’altare maggiore prima di essere costruita la monumentale cappella del Santo Patrono.

 

 

 

 

 

 

 

 

A continuare, di fronte al Cristo crocifisso l’altare dedicato a San Giovanni Battista, con la meravigliosa tela del pittore Zacco raffigurante il Predicatore del Giordano.

 

 

 

 

 

Ritornando fuori sul sacrato della chiesa degno di nota il campanile, dichiarato monumento nazionale che ospita quattro campane, le due più grandi per invitare i fedeli alle varie funzioni religiose e le due più piccole donate dai devoti per le funzioni dedicate al Santo Patrono.

A fianco il campanile era stata costruita nel 1835 la casa che ospitava il Fercolo del Santo Patrono, ma nel 1929 con la costruzione della casa canonica, la casa del Fercolo fu eliminata e ricostruita sul lato sinistro della chiesa ove in atto sta.

La chiesa, nel tempo, è stata ulteriormente restaurata e sempre più abbellita, ma nel 1998 iniziano i grandi lavori di restauro totale ad opera dell’attuale parroco Don Giuseppe Catalfo; un progetto di ristrutturazione molto ambizioso e curato in ogni piccolo particolare che è servito a ridare splendore a tutta la chiesa, arricchita di stucchi e decori ad opera di valenti maestri scultori e decoratori, i lavori durano due anni e proprio nell’anno 2000, l’anno del Giubileo viene inaugurata e restituita al culto della Comunità Parrocchiale.

 

 

 

Dopo lo splendido restauro interno ed esterno della chiesa, Padre Giuseppe ha pensato di sistemare anche l’area attorno con il rifacimento di tutto il Sacrato in pietra lavica delimitandolo con un’artistica cancellata in ferro sino alla casa del fercolo a salvaguardia di uno spazio utile per tutti i fedeli che si accostano alle funzioni religiose, non solo, ma anche per dare sicurezza al prospetto facciale della chiesa rifatto nuovo.


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