La festa della
Natività di San Giovanni Battista fin dal tempo di Sant’Agostino
(354-430) è stata sempre celebrata il 24 Giugno essendo la nascita di
Gesù fissata il 25 di Dicembre, quella di Giovanni doveva essere
celebrata 6 mesi prima, secondo quanto annunciato dall’Arcangelo
Gabriele a Maria. Il culto a questo grande martire della Cristianità
si diffuse in tutto il mondo, sia in Oriente che in Occidente e a
partire dalla Palestina si eressero innumerevoli chiese e battisteri a
lui dedicati. A San Giovanni Galermo paese situato alla periferia nord
di Catania, si rivivono ogni anno, momenti di intensa vita civile e
religiosa per onorare il suo Patrono San Giovanni Battista. Due
giornate il 23 e 24 Giugno che sono per i sangiovannesi motivo di
vanto e orgoglio, in quanto rappresentano momenti di aggregazione
della Comunità, che seppure tra mille problemi presenti nella società
di oggi è sempre pronta con rinnovata vitalità, a raccogliersi attorno
al proprio protettore. Festa di grande devozione prima di tutto, festa
di fede, festa di umiltà, festa di gioia, festa di grande spiritualità
ma anche festa di colori e suoni, un misto di fede e folklore
religioso. Il culto per il terribile accusatore di Antipa, qui a San
Giovanni Galermo, è antico quanto è antica la sua chiesa, avendolo
scelto come protettore. Il volume “Catania sacra” edito dalla Curia
Arcivescovile, riguardante San Giovanni Galermo dice: “tra le chiese
del territorio di Catania, figura nel 1° decennio del secolo XIV
quella di San Giovanni Galermo, dedicata a San Giovanni Battista, per
il quale vi è ancora oggi un particolare culto”. Se la chiesa risale
al 1330, il suo culto doveva avere origini più remote, e se si pensa
che questo non era limitato al solo casale di San Giovanni Galermo ma
era esteso a tutti i casali del circondario di Catania, si può dedurre
che la figura del Battista, dopo Gesù, Maria e Giuseppe è stata sempre
oggetto di venerazione, sentita da tutti i ceti della popolazione,
dalla nobile Associazione dei Cavalieri di Malta, di cui uno di questi
ha donato la sua croce in platino al Santo, al popolo che viene da
paesi vicini e lontani a piedi scalzi, pregando e digiunando per
venerare il Battista. Sono tante le tradizioni che si sono ripetute
nei secoli, oggi in tono minore a causa della grande espansione
urbanistica del Quartiere (18000 abitanti circa) e della difficile
situazione viaria, ma una volta la vigilia della festa (23 Giugno) si
organizzava, nello spiazzale antistante il ristorante Etna Bar,
anticamente chiamato Largo Fiera Abbeveratoio, una rinomata fiera che
ancora oggi vi si svolge, in forma molto ridotta per i motivi
sopraccennati, dove affluivano grandi quantità di bestiame, si
vendevano utensili agricoli e prodotti artigianali, difatti l’economia
del paese era basata principalmente sull’agricoltura (si compravano
qui gli animali che durante l'anno venivano allevati per essere messi
all’asta e con il ricavato finanziare i festeggiamenti). Al centro
della piazza un antichissimo abbeveratoio in pietra lavica
rettangolare che oggi non esiste più, serviva per togliere la sete e
l’arsura del caldo giorno a uomini e animali. Si trascorreva così la
giornata del 23 Giugno sotto la frescura che offrivano i secolari
alberi di ulivo appositamente e amorevolmente piantati ai lati delle
strade del paese dai confrati della “Compagnia San Giovanni Battista”
appositamente istituita in suo onore dagli abitanti di San Giovanni
Galermo, chiamata oggi “Confraternita San Giovanni Battista”. Alberi
di ulivo che servivano e servono con il ricavato della vendita
dell’olio prodotto a finanziare la festa annuale. La sera del 23
Giugno si entra nel vivo dei festeggiamenti religiosi con la solenne
Processione Penitenziale in onore del Santo Patrono (si chiama
Penitenziale perché si svolge con cadenza di passi molto lenta, come
da tradizione, offrendo al Santo Patrono il frutto della fatica ad
espiazione dei peccati). L’alba del 24 Giugno presenta la Piazza
Chiesa Madre gremita da pellegrini provenienti da tutti i paesi del
circondario anche a piedi scalzi, per onorare questo Santo e per
ringraziarlo della grazia ricevuta; in preghiera tutta la comunità
aspetta l’apertura della porta d’ingresso della splendida
"Chiesa
Madre"da qualche anno sottoposta al totale restauro ad opera
dell’instancabile attuale Parroco Don Giuseppe Catalfo. Alle 6,00 in
punto il festoso scampanio accompagnato dallo sparo dei fuochi
pirotecnici annunziano l’emozionante “Svelata del Santo”. La
bellissima statua del Precursore addobbata per l’occasione degli ex
voto, con il suo sguardo amorevole ed il viso soave saluta la folla
dei devoti dall’alto della sua cameretta. Alle 12,00 in punto un
momento tanto caro ai sangiovannesi la scintillante “Vara” addobbata
di fiori con il simulacro del Santo esce per la prima volta
accompagnata dalle note della banda, lo sparo dei fuochi, lo sventolio
dei fazzoletti, il lancio delle strisce multicolori; Giovanni Battista
ora è in mezzo al suo popolo di devoti. Il sole cocente fa da
corollario ad un’altra delle antiche tradizioni di San Giovanni Galermo, unica nel suo genere che non và trascurata ma conservata e
valorizzata:
"
i pueti
da vara", è la recita di poesie dialettali sul fercolo da
parte di poeti devoti, provenienti da tutta la Sicilia che fanno
rivivere attraverso i loro versi la vita e le opere del Battista; da
alcuni anni giovani poeti locali sangiovannesi ci hanno descritto
nella loro poetica immaginazione quanto attuale sia il messaggio del
Battista nella vita quotidiana. Poi finalmente vengono sciolti i
cordoni della vara e si comincia a percorrere la Via San Pietro
Clarenza fino allo slargo della “Madonnina” per rientrare per la
stessa via in chiesa. Nel pomeriggio i carretti siciliani sfilano
lungo le strade del Quartiere addobbati sontuosamente a festa, vengono
a rendono omaggio al Battista. Poi alle ore 21,00 il fercolo esce per
la seconda volta, avanza a fatica in mezzo a due ali di folla,
Giovanni Battista abbraccia tutti gli abitanti di Galermo accalcati
nei balconi e lungo tutte le vie dell’antica borgata: Via Calvario,
Chiesa delle Grazie, Mariani, Immacolata, San Giovanni Battista, del
Fasano, Girolamo Gravina e Via della Montagna, per poi terminare a
tarda notte, quindi il rientro trionfale in chiesa con lo sparo finale
dei fuochi pirotecnici ed un arrivederci al prossimo anno. La statua
del Battista ritorna nella sua cameretta tra gli evviva dei suoi
devoti, cala il sipario sulla festa nel silenzio della notte, ma i
sangiovannesi sanno che essa si ripete ogni anno puntuale con una
diversa fisionomia che la rende unica e originale rispetto a quelle
del passato; essa ha avuto il compito di costruire negli anni la
memoria collettiva degli abitanti di Galermo ed è questo un patrimonio
comune di tutto il Quartiere che diventa un elemento da raccontare, da
tramandare, da ricordare ogni anno proprio nei giorni della festa.
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